“La dignità delle donne salverà il nostro Paese”. Corteo per la consegna di 80000 firme contro la proposta di legge regionale Tarzia di riforma dei consultori

Giovedì 14 Aprile un corteo ha accompagnato la CONSEGNA ALLA PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO RENATA POLVERINI di 800000 FIRME CONTRO LA PROPOSTA DI LEGGE TARZIA SULLA RIFORMA DEI CONSULTORI, alla cui raccolta  ha partecipato anche il PD Donna Olimpia negli scorsi mesi.

Decine di scatole colorate a rappresentare simbolicamente la consegna delle firme raccolte in questi mesi. “Questa proposta di legge ha un carattere prevalentemente ideologico – ha detto Francesca Koch, dell’assemblea permanente di donne – prevede che nei consultori entrino le associazioni private pro-life, una delle quali il movimento per la vita fu anche presieduta dalla Tarzia e contrariamente ai principi della legge di istituzioni dei consultori del 1976 che garantisce alla donna l’ascolto e il sostegno ma che poi lascia libertà di decisione sull’interruzione di gravidanza, questa riforma prevede l’istituzione di un comitato bioetico, assolutamente esterno al servizio con la funzione di convincere la donna a non abortire.”

Questa la dichiarazione del Consigliere Regionale PD Tonino D’Annibale: “Il corteo è stato aperto da donne e mamme in attesa, con il pancione. È la dimostrazione che i consultori favoriscono, grazie al loro ruolo di formazione e informazione, la vita, le famiglie, le nascite. Vogliamo consegnare nelle mani della Presidente Polverini le 80 mila firme raccolte per dire no alla riforma dei consultori proposta dalla Tarzia.

Il Partito Democratico è qui per dire no a una riforma che cancella anni di lotte e di conquiste sociali e civili delle donne e per difendere il carattere pubblico dei consultori che devono rimanere strutture che si rivolgono a tutte e a tutti, rispettandone le diverse sensibilità. È necessario che questo luogo di assistenza continui a fungere da punto di riferimento garantendo la salute di tutti e possa contare su stanziamenti che ne valorizzino i compiti già assegnati di assistenza alle donne, alla maternità, alle famiglie, alle coppie.

Il vero problema è che i consultori a disposizione dei cittadini attualmente sono troppo pochi, tanto che le leggi prevedono l’istituzione di una di queste strutture ogni 20mila abitanti. Siamo molto al di sotto di questa media. Il vero problema è questa drammatica assenza di strutture pubbliche che rischia di favorire il ricorso all’aborto clandestino soprattutto dei tanti migranti che vivono nella nostra società. I consultori pubblici sono troppo pochi, dobbiamo aumentarne il numero. Questa sarebbe una battaglia da portare avanti, nel rispetto della dignità e libertà delle donne.”

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